2008-2009

ho proposto in consiglio di classe di fare un laboratorio di teatro, ma le colleghe mi hanno risposto che non ci sono i fondi. Volendo a tutti i costi provare ad usare il teatro come mezzo per l'apprendimento della L2, mi offro di farlo gratuitamente, ma mi viene detto che comunque comporterebbe le spese per pagare il bidello che dovrebbe tenere la scuola aperta.
Ma io  non mi arrendo: vado in Comune e chiedo il permesso al sindaco di usare i locali del Comune dove incontrare i miei alunni un giorno alla settimana. L'indomani mi arriva a scuola una lettera da parte del Comune in cui mi si chiede di firmare un foglio dove sono elencati le responsabilità che mi prendo usando la struttura. Le responsabilità riguardano danni a cose o a persone e in caso venissero a mancare delle cose ecc. Insomma, è un elenco di una pagina intera. 
E' già suonata l'ultima ora e siamo tutti pronti per scappare a casa. Appoggio il mio telefonino sul tavolo ed prendo la penna per firmare. Per ben tre volte provo a firmare e poi, pensando alle responsabilità, ritiro la mano. Mi viene vicina la collega di Italiano e le spiego la mia preoccupazione, lei mi consiglia di lasciar perdere perchè, con i tempi che corrono, è rischioso fare queste cose. I rischi se incontri i ragazzi da soli fuori dalla scuola, vanno dalla denucia per pedofilia, al risarcimento in caso si facciano male ed altri che non sto qui ad elencare. Pensando poi che farei tutto gratis, decido di seguire i consigli della collega. Proprio in quel momento mi arriva un messaggio sul mio telefonino. E' la signora Ermellino madre di una mia ex alunna che ho  conosciuto ben 2 anni fa. Lei lavora nell'Oratorio del paese come animatrice (lì ho insegnato solo quell'anno) e spesso prepara adulti e ragazzi alla rappresentazione di piccoli sketch teatrali. Quando l'ho conosciuta le ho chiesto se era disposta ad aiutarmi a preparare qualcosa con le mie classi, e lei aveva accettato, ma, per un motivo o per un altro, non ci eravamo mai più sentite. Leggo il messaggio e trovo scritto "hai bisogno di aiuto?". Sicura dell'appoggio di questa persona, impugno la penna e firmo il foglio del Comune. Vado a casa e telefono alla signora Ermellino per decidere come lavorare e lei mi risponde che, purtroppo, dal momento in cui mi ha scritto il messagio ha avuto un grave problema in famiglia, per cui le è impossibile aiutarmi. Io la ringrazio lostesso di cuore perchè il suo messaggio mi era servito per prendere una decisione importante. Era per me un segno che potevo avviare il mio laboratorio di teatro nelle strutture del Comune. Ho incontrato due volte i ragazzi da sola, ma con sempre la preoccupazione delle responsabilità. Un giorno decido di conoscere il parroco del paese  e gli chiedo di incontrare i ragazzi in Oratorio. Luogo protetto, dove viene anche una mamma ad osservare quello che faccio. Inoltre, qui c'è anche un piccolo teatro con la botola. Ci siamo divertiti un sacco!!!!. Tanto da far fatica a registrare gli sketch senza scoppiare a ridere. Quest'estate ho scoperto che il nome del paese dove ho insegnato quest'anno e dove ho lavorato molto col teatro, prende il nome del santo patrono degli attori di teatro (San Genesio)