"disabilità motoria e pluriminorazioni"
Appunti presi durante il corso si formazione organizzato dal CST di Pavia in collaborazione con il CeFOS nei giorni 7 e 14 Maggio 2010
07 Maggio 2010
Corso di formazione organizzato dal CST Pavia
“DISABILITA’ MOTORIA E PLURIMINORAZIONI”
Presso DD PAVIA 3° circolo via Solferino, 38 Pavia
Venerdì 7 maggio
Ore 14:30 – 18:30
RELATORI Ripamonti Ermanno - Don Gnocchi Milano
Programma:
14:30 – 16:30
Diversità plurali
disabilità motoria e pluriminorazioni
Rete territoriale di servizi (scuola, territorio, Asl)
Rete sistemica scolastica
Continuità pedagogica e curricolare
16:30 – 18:30 Gruppi di approfondimento (divisi per zona territoriale)
Il professor Ermanno Ripamonti, docente di pedagogia, ha esordito dicendo che più si incontrano difficoltà nella vita, più è facile avere un brutto carattere, perché solo così si può AGGREDIRE la realtà.
Spesso, chi fa sacrifici per raggiungere i propri scopi nella vita o nel lavoro, non resiste alla tentazione di parlare e mettere in mostra ciò che fa. Questo viene spesso visto come “presunzione” ed è per questo, forse, che il professore, di tanto in tanto, dopo aver fatto esempi di cose che lui ha fatto a scuola, ci teneva a sottolineare che non lo dice per fare un elenco dei suoi blasoni, ma perché vuole dire quello che lui effettivamente fa.
Il professore ha detto che esistono tante diversità:
diversità di genere (uomini che amano altri uomini)
diversità culturali (in nord Italia nel dopo guerra si trovavano scritte sui muri che dicevano “non si affitta a meridionali”)
diversità religiose: musulmani, ortodossi
diversità di moda (negli anni sessanta le ragazze con i pantaloni erano viste con occhio critico.
Il professor Ripamonti ha parlato di una scuola che lui aveva aperto, una scuola “speciale” per alunni “diversamente” abili, che però ha dovuto chiudere quando, con la legge 118 del ’71, è stato deciso che gli invalidi possono frequentare la scuola pubblica.
Le conseguenze sono state catastrofiche, perché comunque ai ragazzi disabili, nella scuola pubblica, non viene data l’attenzione necessaria.
Sarebbe necessario fare degli incontri durante l’anno con insegnanti e dirigente scolastico. Ma questo non viene fatto.
Le famiglie di questi ragazzi vanno in crisi ogni volta che i figli disabili cambiano dalla scuola elementare alle medie.
Il professore ha affermato che spesso, purtroppo, non si fanno incontri tra insegnanti delle elementari e quelli delle medie, per decidere un percorso per un lavoro su “insegnamento di vita” a questi ragazzi. Il professore ha raccontato la storia vera di un ragazzo dislessico che oggi ha circa 30 anni: ai tempi in cui il ragazzo frequentava le scuole non era facile diagnosticare questo disturbo, per cui il ragazzo non ha potuto essere seguito nel modo corretto. I genitori avevano chiesto un colloquio con le insegnanti, ma queste non si sono mai trovate disponibili.
La persona disabile deve spesso confrontarsi con gli sguardi degli altri che il disabile non sempre apprezza.
La scuola deve essere Formativa e orientativa anche alla vita! Non deve dare solo le nozioni!
Si fanno le prove invalsi solo per “diagnosticare” la conoscenza delle nozioni, anche se non possono essere attendibili.
La scuola italiana purtroppo non si fa carico degli alunni come PERSONE.
L’insegnante in classe dovrebbe ragionare in termini non solo di diversità, ma anche di diverse intelligenze.
Ci sono ragazzi che sono molto legati al libro. Questi sono i ragazzi che rendono molto a scuola. Non disturbano, non si muovono in continuazione.
La formula che funziona molto bene nella scuola di oggi è il rapporto BANCO – LIBRO
ALUNNO che ascolta e non ha il diritto di parlare- INSEGNANTE che parla.
Questa formula non va assolutamente bene per quei ragazzi che non riescono a stare fermi al loro banco ed hanno bisogno di muoversi.
Inoltre, bisogna fare in modo che la PERSONA disabile non venga vista in modo SOVRA dimensionale (se il ragazzo si sopravaluta si creano aspettative maggiori per il ragazzo che creano FRUSTRAZIONE)
Ma non bisogna vedere la persona nemmeno in modo SOTTO dimensionale, perché se si sottovaluta, il ragazzo si blocca e non prova a fare nemmeno quello che sarebbe in grado di fare.
Il disabile motorio deve SPERIMENTARE per poter tendere a un “di più”.
Consiglio libro del professore LA SPERANZA DI ICARO ciascuno di noi ha DIRITTO DI VOLARE perché è giusto che ci sia una TENDENZA A UNA VITA SIGNIFICATIVA!
Il professor Ripamonti ha espresso il suo disappunto quando vede per strada delle persone disabili che “ostentano” le loro disabilità per chiedere elemosina ed ha definito questo atteggiamento “PROSTITUZIONE DELLA MINORAZIONE”.
Lui ritiene che la scuola ha un compito importante: far capire a queste persone che loro hanno una dignità umana. Devono capire che a loro non deve essere tutto dovuto perché presentano delle disabilità, ma devono cercare di capire quali sono le loro eccellenze, perché ognuno di noi ne ha, e la scuola deve aiutare il ragazzo e la famiglia a cercarla!
Spesso le mamme di questi ragazzi sono ARRABBIATE perché nessuno dà loro informazioni e devono cercarle da sole, a partire dalle informazioni su a quali scuole materne iscrivere il proprio figlio…. (purtroppo alle 16:30 ho dovuto lasciare la stanza per impegni personali e non ho potuto seguire i gruppi di approfondimento)
14 Maggio 2010
Sono stati dati degli spunti per preparare materiale didattico da usare con ragazzi e bambini con difficoltà motorie e sono state date informazioni riguardo strumenti disponibili sul mercato da mettere a disposizione degli alunni con difficoltà motorie più o meno gravi.
é stato molto interessante!
Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere nuovi strumenti per preparare o far preparare dai miei alunni che non presentano difficoltà motorie.
07 Maggio 2010
Corso di formazione organizzato dal CST Pavia
“DISABILITA’ MOTORIA E PLURIMINORAZIONI”
Presso DD PAVIA 3° circolo via Solferino, 38 Pavia
Venerdì 7 maggio
Ore 14:30 – 18:30
RELATORI Ripamonti Ermanno - Don Gnocchi Milano
Programma:
14:30 – 16:30
Diversità plurali
disabilità motoria e pluriminorazioni
Rete territoriale di servizi (scuola, territorio, Asl)
Rete sistemica scolastica
Continuità pedagogica e curricolare
16:30 – 18:30 Gruppi di approfondimento (divisi per zona territoriale)
Il professor Ermanno Ripamonti, docente di pedagogia, ha esordito dicendo che più si incontrano difficoltà nella vita, più è facile avere un brutto carattere, perché solo così si può AGGREDIRE la realtà.
Spesso, chi fa sacrifici per raggiungere i propri scopi nella vita o nel lavoro, non resiste alla tentazione di parlare e mettere in mostra ciò che fa. Questo viene spesso visto come “presunzione” ed è per questo, forse, che il professore, di tanto in tanto, dopo aver fatto esempi di cose che lui ha fatto a scuola, ci teneva a sottolineare che non lo dice per fare un elenco dei suoi blasoni, ma perché vuole dire quello che lui effettivamente fa.
Il professore ha detto che esistono tante diversità:
diversità di genere (uomini che amano altri uomini)
diversità culturali (in nord Italia nel dopo guerra si trovavano scritte sui muri che dicevano “non si affitta a meridionali”)
diversità religiose: musulmani, ortodossi
diversità di moda (negli anni sessanta le ragazze con i pantaloni erano viste con occhio critico.
Il professor Ripamonti ha parlato di una scuola che lui aveva aperto, una scuola “speciale” per alunni “diversamente” abili, che però ha dovuto chiudere quando, con la legge 118 del ’71, è stato deciso che gli invalidi possono frequentare la scuola pubblica.
Le conseguenze sono state catastrofiche, perché comunque ai ragazzi disabili, nella scuola pubblica, non viene data l’attenzione necessaria.
Sarebbe necessario fare degli incontri durante l’anno con insegnanti e dirigente scolastico. Ma questo non viene fatto.
Le famiglie di questi ragazzi vanno in crisi ogni volta che i figli disabili cambiano dalla scuola elementare alle medie.
Il professore ha affermato che spesso, purtroppo, non si fanno incontri tra insegnanti delle elementari e quelli delle medie, per decidere un percorso per un lavoro su “insegnamento di vita” a questi ragazzi. Il professore ha raccontato la storia vera di un ragazzo dislessico che oggi ha circa 30 anni: ai tempi in cui il ragazzo frequentava le scuole non era facile diagnosticare questo disturbo, per cui il ragazzo non ha potuto essere seguito nel modo corretto. I genitori avevano chiesto un colloquio con le insegnanti, ma queste non si sono mai trovate disponibili.
La persona disabile deve spesso confrontarsi con gli sguardi degli altri che il disabile non sempre apprezza.
La scuola deve essere Formativa e orientativa anche alla vita! Non deve dare solo le nozioni!
Si fanno le prove invalsi solo per “diagnosticare” la conoscenza delle nozioni, anche se non possono essere attendibili.
La scuola italiana purtroppo non si fa carico degli alunni come PERSONE.
L’insegnante in classe dovrebbe ragionare in termini non solo di diversità, ma anche di diverse intelligenze.
Ci sono ragazzi che sono molto legati al libro. Questi sono i ragazzi che rendono molto a scuola. Non disturbano, non si muovono in continuazione.
La formula che funziona molto bene nella scuola di oggi è il rapporto BANCO – LIBRO
ALUNNO che ascolta e non ha il diritto di parlare- INSEGNANTE che parla.
Questa formula non va assolutamente bene per quei ragazzi che non riescono a stare fermi al loro banco ed hanno bisogno di muoversi.
Inoltre, bisogna fare in modo che la PERSONA disabile non venga vista in modo SOVRA dimensionale (se il ragazzo si sopravaluta si creano aspettative maggiori per il ragazzo che creano FRUSTRAZIONE)
Ma non bisogna vedere la persona nemmeno in modo SOTTO dimensionale, perché se si sottovaluta, il ragazzo si blocca e non prova a fare nemmeno quello che sarebbe in grado di fare.
Il disabile motorio deve SPERIMENTARE per poter tendere a un “di più”.
Consiglio libro del professore LA SPERANZA DI ICARO ciascuno di noi ha DIRITTO DI VOLARE perché è giusto che ci sia una TENDENZA A UNA VITA SIGNIFICATIVA!
Il professor Ripamonti ha espresso il suo disappunto quando vede per strada delle persone disabili che “ostentano” le loro disabilità per chiedere elemosina ed ha definito questo atteggiamento “PROSTITUZIONE DELLA MINORAZIONE”.
Lui ritiene che la scuola ha un compito importante: far capire a queste persone che loro hanno una dignità umana. Devono capire che a loro non deve essere tutto dovuto perché presentano delle disabilità, ma devono cercare di capire quali sono le loro eccellenze, perché ognuno di noi ne ha, e la scuola deve aiutare il ragazzo e la famiglia a cercarla!
Spesso le mamme di questi ragazzi sono ARRABBIATE perché nessuno dà loro informazioni e devono cercarle da sole, a partire dalle informazioni su a quali scuole materne iscrivere il proprio figlio…. (purtroppo alle 16:30 ho dovuto lasciare la stanza per impegni personali e non ho potuto seguire i gruppi di approfondimento)
14 Maggio 2010
Sono stati dati degli spunti per preparare materiale didattico da usare con ragazzi e bambini con difficoltà motorie e sono state date informazioni riguardo strumenti disponibili sul mercato da mettere a disposizione degli alunni con difficoltà motorie più o meno gravi.
é stato molto interessante!
Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere nuovi strumenti per preparare o far preparare dai miei alunni che non presentano difficoltà motorie.