Maliettona
Maliettona era il sopranome di mia nonna. Io la chiamavo MAMMALETTA. Credo che le sia stato affibbiato questo sopra nome (nick name) perchè si chiamava Amalia e aveva un seno grosso e fino a tarda età faceva da balia a tanti bambini. Non esistendo ancora il latte in polvere, le neo mamme che non riuscivano ad allattare i propri bambini chiedevano il latte ad altre donne. Si diceva che Maliettona avesse un latte formidabile e i bambini nutriti da lei crescevano molto bene e non avevano il problema della crosta lattea in testa...
Oltre alle sue 4 figlie femmine (considerate che a quei tempi se si partoriva un figlio maschio era un motivo di orgoglio per le donne, se si partoriva una femmina invece.... pensate se poi una donna ne sfornava 4 di seguito), insomma, nonostante le sue 4 femminucce, Maliettona ne ha adottata una quinta ...si fa per dire. L'aveva presa in costodia fino a 24 anni, età in cui mia zia si è sposata. La bambina si chiamava Maria Libera e poichè Maliettona aveva già una figlia che si chiamava Maria Libera, la piccolina la chiamava "Pupella": vezzeggiativo che si usava in paese per chiamare le bambine piccole e molto belle. Pupella aveva perso la mamma durante il parto e il padre non era in grado di accudirla.
Una persona un giorno disse a mia nonna:" ... ma se non hai da mangiare per le tue figlie, cosa vai a prendere le figlie degli altri..." e mio nonno Niculin rispose: "dove c'è da mangiare per 4 ci può mangiare anche una quinta"
Ricordo che qualche giorno prima di morire mia nonna chiedeva sempre di rivedere Pupella che dopo il matrimonio era andata ad abitare a Roma!
Aneddoti:
un giorno Maliettona andò a Santa Croce a piedi. Un tempo la strada che porta a Santa croce era tortuosa e lunga: 17 Km, circa 30 minuti di macchina, ma mia nonna ci si recò seguendo un sentiero di campagna. Quello che passava sotto la Torre di Magliano.
Passando vicino alla campagna del suo consuocero, Ferlin, vide un albero di nespole talmente carico di frutti che le venne voglia di raccoglierne. Quando arrivò a casa di mio nonno Flaviano detto Ferlin gli chiese se le dava il permesso di raccogliere i frutti da quell'albero e lui glielo concesse ben volentieri offrendole anche una sportina per poterle trasportare fin al suo paesino. Tutta baldanzosa mia nonna partì e arrivata all'agognato albero raccolse tutte le nespole che poté, poi riprese il sentiero per il paesiello. Forse per l'euforia della bella frutta raccolta, o forse per distrazione, ad un certo punto sbagliò sentiero e invece di arrivare a Montelongo si perse nel bosco del paesino vicino, Bonefro. Dovete sapere che il bosco di Bonefro è talmente fitto di alberi che anche di giorno c'è buio e una volta si diceva che ci vivevano i BRIGANTI per cui la gente aveva paura a passarci attraverso.
Mia nonna non si scoraggiò, vagò per lungo e per largo attraverso il bosco, camminò per tutta la giornata, ma la sua cesta di nespole non l'abbandonò mai. Quando a sera tornò a casa mio nonno Tat, la rimproverò di essersi portata dietro il carico di frutta. Lei non gli badò.
Dopo qualche giorno nonna fece di nuovo la stessa strada insieme ad un'altra amica e la donna le chiese "Malietta, se ti perdessi di nuovo nel bosco, te le porteresti ancora le nespole in testa fino al paese?"
e lei prontamente rispose "ECCOME! CERTAMENTE!"