Donna Lisa
Quando ero bambina in un palazzo vicino alla piazza centrale, viveva una signora che tutti chiamavano Donna Lisa: era una signora aristocratica di Napoli, che aveva sposato un signore di Montelongo. Rimasta vedova, viveva da sola e non usciva mai di casa. La vedevo solo in chiesa la Domenica mattina. Ricordo che era sempre molto elegante e indossava sempre un cappellino con un velo. Il fatto che non conducesse una vita sociale rendeva questo personaggio molto misterioso. Comunque, Donna Lisa deve aver amato molto i bambini, perchè molte amiche mi dicevano "andiamo a farle visita, perchè ci dà sempre le caramelle." Le nostre mamme però erano diffidenti e ci vietavano di recarci da lei. Io non ho mai avuto la fortuna di vederla da vicino o di parlarle.
Si raccontava di lei che, quando morì suo marito, lei era solita portare tutti i giorni al cimitero un piatto abbondante di pasta asciutta con un bella porzione di carne rossa. Il piatto lo portava ancora fumante e lo appoggiava davanti alla porta dell'unica cappella che c'è nel cimitero, di proprietà di Donna Lisa e suo marito. Mastr. Raffaele, che aveva una famiglia da tirare avanti e, penso, un reddito molto basso, era ben contento di questo appuntamento. Grazie a questa bella signora, Mast. Raffaele poteva sfamare i suoi bambini.
Gli ultimi anni della sua vita Donna Lisa li ha trascorsi segregata in casa. Per fortuna aveva un terrazzino dove, si diceva, passeggiava con una specie di carrello.
Sono molto dispiaciuta di non averla conosciuta. Chissà quante cose avrebbe avuto da raccontare a noi bambini!
Credo che la solitudine sia la malattia più grave che esista al mondo.